Quando sono diventata mamma ho avuto paura che il mio mondo si rimpicciolisse.
Il mio spazio erano per lo più i 79 metri quadri di casa, le mie frequentazioni si sono ridotte all’osso, i miei interessi temporaneamente ibernati. Le cose oggi sono un po’ cambiate, ma la mia dimensione è rimasta intima e familiare, visto che Lucio è ancora molto piccolo. Sento di muovermi con un ritmo più lento, ma anche più in sintonia con i miei bisogni. E mi sono accorta di un’altra cosa speciale: se all’inizio la maternità mi sembrava il film “Ricomincio da capo”, in cui il protagonista si sveglia e vive sempre la stessa giornata, ho capito che era solo il primo pezzo di una sentiero che portava vicino al sole. Perché nelle mie giornate spesso ripetitive e prevedibili, mi trovo a vivere con entusiasmo e gioia le cose più piccole e semplici. Quindi il mio mondo adesso sarà anche più piccolo, ma sicuramente più profondo.
Quando ho lanciato Morbido ho fatto una lista di persone che avrei voluto intervistare: artisti, scrittori, illustratori che con il loro talento portano un po’ di gentilezza in questo mondo. Tra di loro c’era Lorenza Gentile, scrittrice che mi ha conquistata anni fa con il suo romanzo “Le piccole libertà”. Mi aveva colpita la sua scrittura fresca e scorrevole come un bicchiere d’acqua, la sua capacità di creare personaggi a cui è improbabile non affezionarsi e impossibile dimenticare, e le architetture che crea per le ambientazioni delle sue storie. Il suo modo di scrivere mi faceva venire voglia di conoscerla e le tematiche che tratta le trovavo perfette per questa newsletter: legami, coraggio, amicizia, leggerezza.
Comunque un giorno prendo e le scrivo. Dopo poche ore mi risponde entusiasta dell’intervista e io ho iniziato a raccogliere altre informazioni su di lei per preparare le domande. E cosa scopro? Che ha appena scritto un libro per bambini che si chiama “La mosca gentile”, una storia delicata e poetica che insegna a dare valore a ogni forma di gentilezza. Mi sembra un segno, una bellissima coincidenza e siccome le coincidenze sono “strade ben tracciate che vogliono farsi vedere da te” allora lo imbocco e vado a una sua presentazione in una libreria di Lecco. La conosco, il suo sorriso è così sincero che sembra familiare, la storia della mosca gentile tiene attenti una ventina di bambini, compreso il mio, e parlando mi dice che sta per pubblicare un nuovo romanzo, disponibile sugli scaffali dal 4 giugno. Si intitola “Tutto il bello che ci aspetta”.
L’intervista a Lorenza Gentile l’ho fatta quando il suo nuovo romanzo non era ancora in stampa e non poteva rivelare nulla a riguardo, ma abbiamo parlato di tante altre cose belle.
Le storie che racconti portano un vento di freschezza e positività, c’è amicizia, sorellanza, lealtà. E c'è la forza dei legami dai quali nasce il coraggio di fare quel passo in più o addirittura un grande salto. Cos’hanno in comune queste storie con la tua?
Quello che scrivo sono io. Inizio sempre una storia con la testa piena di domande e attraverso la scrittura cerco le risposte. Sono romanzi che scrivo in primis per me stessa, per trovare conforto e comprensione, e il coraggio di essere me stessa. Credo molto nel potere del rapporto con gli altri, per questo gli incontri sono sempre al centro delle mie storie: amicizie autentiche, che ci salvano la vita.
I personaggi che popolano i tuoi romanzi sono così autentici che mi chiedo spesso quanto di te ci sia in loro. Ad esempio nel libro “Le cose che ci salvano” la protagonista, Gea, da bambina andava cercando i colori. Quali sono i colori che si infilano nelle tue giornate e cosa rappresentano per te?
Tutti i personaggi sono parti di me. Allo stesso tempo, mi insegnano sempre qualcosa. Prendono vita sulla carta e mi indicano la via in modo spesso sorprendente. Io amo il colore, vi trovo un gran conforto, mi ammalia studiarlo. Casa mia è tutta colori ed è il modo migliore che ho trovato per tirare il fiato.
E quali sono le cose che salvano Lorenza?
Gli altri, un rapporto sano e autentico con alcune persone scelte, che ci fanno stare bene e che noi riusciamo a far stare bene. I libri e il cinema e il teatro: storie in cui riconoscerci, che ci aiutano ad evolverci come esseri umani.
Il tuo libro più recente, “La mosca gentile”, è la storia di questo piccolo insetto che non viene capito finché non incontra qualcuno che si affida, che percepisce le sue buone intenzioni. È interessante che tu abbia scelto proprio la mosca, una piccola vittima di pregiudizi da sempre mal vista per le sue abitudini e le sue “frequentazioni”. In questa storia la sua gentilezza, la sua delicatezza sono così forti da stravolgere il mondo e renderla finalmente felice. Come mai hai scelto di parlare proprio di questo?
Avendo un figlio di quasi tre anni, mi è venuto spontaneo di rivolgermi a un pubblico della sua età, interpretare le sue difficoltà e aiutarlo a risolvere i conflitti. Il problema della lingua, del sentirsi accettati, è molto sentito tra i bambini e l’idea di prendere un personaggio inusuale e vittima di stereotipi mi è sembrata da subito bella, mi dava modo di lanciare un messaggio importante.
In un'intervista dici che quando sei diventata mamma di Martino hai sperimentato un senso di urgenza di scrivere che ti spronava a farlo giorno e notte. Quando è nato mio figlio Lucio per me è stata un’esplosione di creatività. Come senti che ti ha cambiata la maternità e come ha cambiato il tuo lavoro?
La maternità mi ha aperto delle possibilità, nel senso che mi ha reso più paziente, per esempio, più tollerante e più empatica. Essere genitore è per me un lavoro di crescita personale costante. Ovviamente, ho meno tempo per tutto e sono molto più stanca e questo invece che impoverire il mio lavoro l’ha arricchito, con l’urgenza appunto, e la volontà di metterci dentro tutto quello che penso del mondo, quasi come fosse un testamento. Sono felice di parlare del mio lavoro a mio figlio e condividere con lui il più possibile.
Mi piace pensare che nelle piccole cose ci sia un grandissimo potenziale, e tu sai trasmettere molto bene questo messaggio nelle storie che racconti. Qual è la cosa più piccola ma potente che fai/hai fatto per te?
Regalarmi il sorriso di mio figlio ogni volta che posso, dire Ti voglio bene a chi voglio bene il più spesso possibile, spegnere il telefono e leggere un libro, uscire solo per camminare un po’, anche solo il giro dell’isolato, e sorridere a chi incrocio per strada: è come dire sì alla vita.
Cos'è per te la gentilezza?
La gentilezza è un modo di stare al mondo. È avere fiducia nella vita, è tener conto della sensibilità degli altri e di se stessi, è rallentare, è apprezzare il bello che ci circonda, è essere grati di essere vivi.
Zollette
Piccole dosi di gentilezza
The Simple Things è un magazine digitale e cartaceo che “celebra il rallentamento, il piacere di apprezzare ciò che si ha e il luogo in cui si vive.” Ci troverete buon cibo, convivialità e microavventure.
Love Poem #137 è una poesia di Sarah Kay che descrive benissimo l’intimità e la semplicità dell’amore.
Chi non ha alzato gli occhi al cielo affascinato dai movimenti degli stormi in volo? Il fotografo Daniel Dencescu li ha immortalati nella serie Murmurations.
Belle parole
/Petrichor/
È l’odore della pioggia quando bagna la terra o l’asfalto. Il termine inglese, coniato a metà degli anni ‘60 da due ricercatori australiani, oltre a descrivere un profumo preciso, evoca anche tutte le emozioni scatenate da questa fragranza.
Alcuni scienziati ipotizzano che gli esseri umani abbiano un legame ancestrale con l’odore della pioggia perché segnalava la fine della siccità e la potenziale disponibilità di acqua dolce.
Grazie per avermi letta fino a qui. Ti auguro una bella domenica.
A presto
Valentina
👏🏻👏🏻
Credo che la tua sia l’unica newsletter che leggo nell’esatto momento in cui mi arriva la notifica… le adoro!
Mi sono screenshottata il libro e me lo andrò a cercare!
Grazie di questa dose di morbidezza la domenica di prima mattina 💕